10 luglio San Paterniano, patrono di Fano

Le notizie del patrono di Fano appartengono più alla leggenda che alla storia, una sua vita fu redatta dai monaci al tempo di Carlo Magno (742-814) sulla falsariga di altre vite di santi vescovi: è certo che fu pastore di Fano nel IV secolo, dopo altri tre predecessori.
Stando alla tradizione, Paterniano sarebbe nato verso il 275 a Fano (non manca chi lo vuole originario di Palestrina). La leggenda narra che, già cristiano, durante la persecuzione di Diocleziano iniziata nel 303 egli, avvertito da un angelo, si sarebbe rifugiato al di là del Metauro nella località poi detta Sant’Angelo di Ferriano: è evidente la confusione con il nome della località che diventa visione angelica. Il suo rifugio sarebbe stato un granaio sotterraneo venerato poi e per quel motivo dalla pietà popolare come catacomba (ma non vi risultano mai seppelliti dei defunti).
Dopo che l’imperatore Costantino con l’editto di Milano del 303 concesse la libertà di culto al cristianesimo, l’esemplare giovane eremita fu dal popolo scelto quale vescovo essendo deceduto il predecessore. Il suo impegno fu quello dell’evangelizzazione in un contesto sociale pregno di paganesimo, lo stesso nome “Fano” deriva dal noto tempio della dea Fortuna che egli non abbattè – come vorrebbero alcuni – perché era storicamente intatto attorno all’anno 430.
Stando ancora alla leggenda, Paterniano governò la diocesi per 42 anni, sicuramente operando per la conversione dei pagani e non omettendo di curare la vita spirituale dei fedeli. Gli vengono attribuiti anche episodi miracolosi, perché il popolo ama il meraviglioso, perciò non fa mancare lo straordinario nella biografia di un santo.
Come giorno della sua morte è dato il 13 novembre dell’anno 360. Sicuramente venne sepolto alla periferia della città nel monastero di San Martino di cui fa esplicita memoria l’attuale nome: “via dell’Abbazia” e lungo la quale sorge il tempietto che i vecchi denominavano “San Paternianin”. Il suo culto, diffuso dai monaci, si estese rapidamente oltre i confini della diocesi fanese, tanto che troviamo in numerose regioni e anche all’estero altari e chiese a lui dedicate, addirittura alcune località ne portano il nome (è protettore di Grottammare, Cervia che lo festeggia il 13 novembre, Paternion in Austria, ecc.).
Sin dal Medioevo, quando nel pubblico Consiglio cittadino fu posta al voto la scelta di un unico patrono, Paterniano fu eletto principale patrono della città e della diocesi in alternativa ai santi vescovi Eusebio, Fortunato e Orso dichiarati compatroni. La sua effigie in pietra è al centro di un trittico con ai lati i confratelli Eusebio e Fortunato, posto nel palazzo del Podestà in piazza grande. Il 10 luglio 1551 le sue reliquie furono solennemente trasferite dentro la città di Fano, nella grande chiesa eretta dai Canonici Regolari Lateranensi e a Lui dedicata. Nel 1643 il Consiglio decretò che la città lo festeggiasse il 10 luglio di ogni anno.
Fino al 1960 si potevano osservare le sue reliquie, consistenti nello scheletro quasi integro ricoperto di un velo, deposte in un’urna con vetri; da quell’anno sono state racchiuse in una cassetta di zinco posta sotto un simulacro rivestito di abiti pontificali. (P. Silvano Bracci)

da:  Il Giornale del Metauro - www.ilmetauro.it